La specialità culinaria di Melito è il samurchio, un “salume” ottenuto bollendo il sangue di maiale nelle budelle di maiale o vacca. La preparazione e il consumo del samurchio, nonostante sia una pietanza quasi scomparsa dal territorio, è stata e resta parte integrante della tradizione melitese.
Anticamente, nel periodo della sagra del maiale, spuntavano all’angolo dei vicoli, grossi calderoni fumanti per la vendita del saporito samurchio.
Il samurchio ha una tradizione di almeno duecento anni legata alla provincia di Napoli e, in particolare, a Melito e in alcuni paesi del circondario.
Come tanti dei prodotti più antichi, è una ricetta nata da esigenze di natura economica: era preparato per sfruttare al massimo la risorsa alimentare proveniente dai capi di bestiame macellati per uso domestico da parte della popolazione povera.
Ancora oggi si segue l’antico procedimento di preparazione: il sangue viene versato attraverso setacci all’interno di budelli di vacca o maiale e speziato con pepe per insaporirlo e nascondere gli odori, che altrimenti emergono.
Il setacciamento serve a ridurre la coagulazione e a conservarlo il più lungo possibile prima della cottura successiva che consiste in una bollitura all’interno di grossi pentoloni di rame, che dura all’incirca una mezz’ora. Per mitigare gli odori della cottura, viene inserito, nell’acqua di bollitura il lauro.